Borgo Cisterna

VARCARE LA SOGLIA DEL TEMPO ED IMMERGERSI NEL PASSATO,
IN UN’ATMOSFERA IN CUI LA BELLEZZA E L’OSPITALITA’
ERANO LE CARATTERISTICHE PIU’ IMPORTANTI

Collocato in incantevole posizione panoramica su un promontorio roccioso, il borgo medioevale di Cisterna, fortificato e tra i più belli, al centro di una delle terre più ricche di storia e citazioni dantesche quale il Montefeltro, a pochi Km da S. Leo ed Urbino, offre la possibilità ed il piacere di godere di un’ottima cucina tradizionale e di soggiorni in dimore d’epoca affacciate su un panorama mozzafiato sulle dolci e rigogliose colline Marchigiane ed i profili più austeri dell’Appennino, circondati da una natura incontaminata e rigogliosa…

OSPITALITÀ

Borgo Cisterna, antico sito medievale fortificato ma che conserva ancora tracce della presenza Romana, si colloca armoniosamente nell’ambiente naturale tanto da rendere tale luogo straordinariamente predisposto ad offrire soggiorni tranquilli e di riposo, sia che essi vogliano trascorrere una piacevole vacanza di riposo e di cultura nelle dimore d’epoca messe a disposizione, sia che essi vogliano solamente gustare della nostra cucina e quindi del solo ristorante.

Per tale ragione, la nostra filosofia di ricettività ci ha condotto ad adottare alcune scelte tra cui l’assenza del televisore in camera, per offrire la massima tranquillità e distrazione dai problemi quotidiani. Anche il divieto di circolazione delle auto e delle moto all’interno del borgo, è frutto della necessità di rendere lo spazio tranquillo e sicuro, oltre ad offrire piena naturalezza al soggiorno. Ovviamente si escludono le necessità momentanee di carico e scarico bagagli e merci, per poi trasferire le auto negli spazi previsti nel nostro parcheggio riservato.

Altra motivazione invece è da attribuire alla scelta di non offrire una connessione WiFi diffusa, infatti riteniamo opportuno preservare quanto più ci è possibile, un ambiente salutistico privo di ripetitori di potenza ravvicinati, quindi WiFi radiations-free. La tecnologia comunque ci aiuta a superare tale mancanza con una buona ricezione cellulare.

Esclusivamente nella Sala Ristorante è disponibile la connessione WiFi, in ogni caso è anche disponibile un internet point ed una stampante per qualsiasi necessità.

Il Borgo Cisterna è comunque la residenza dei conduttori, la famiglia Gallerani, i quali sono costantemente a disposizione degli Ospiti e disponibili a soddisfare le diverse esigenze con piena flessibilità anche negli orari.

La tipologia di accoglienza e la particolarità delle proprie produzioni e cucina fanno si che il Borgo Cisterna sia classificato presso la Regione Marche col massimo dei 5 Picchi.

LA STORIA

Attualmente il borgo si presenta costituito da tre gruppi principali di edifici, uno dei quali si articola a sua volta costituito da varie strutture adiacenti, costruite intorno alla torre di guardia del XII-XIII secolo e dall’annessa casa torre (sec XIV), oltre ad altri edifici quattrocenteschi. Gli edifici primordiali e la torre sono collocati su uno sperone di roccia che ne costituisce a tutti gli effetti le fondamenta. Ancora sono presenti le mura di fortificazione intorno al borgo che cingono questo e lo sperone come in uno stretto abbraccio per cui le case si sviluppano unendosi tra loro, attraversate da una imponente scalinata di pietra che permette l’accesso ai vari locali ed alle camere. In cima alla scalinata del borgo, proprio dove sono state ritrovate le fondamenta di altri edifici, si è ricostruito l’antico muro che le sorreggeva e sopra ad esso si è realizzata una panoramica piscina, proprio come se si trattasse, per collocazione e per capienza, dell’antica cisterna che forse dava anticamente il nome al sito.

Anche se la torre risulta attualmente essere l’edificio integro più antico, sicuramente alcune modificazioni strutturali murarie ed altri indizi rivelano tracce di insediamenti precedenti le cui origini forse affondano in epoca romana, quando il borgo costituiva un florida fattoria, dove vi si conservavano, in fosse scavate nell’arenaria e recentemente ritrovate, le sementi, il grano e ogni quant’altro la terra offrisse. Il nome stesso di Cisterna indica un toponimo di probabile origine romana, molto diffuso in Italia ed attribuito a siti con depositi d’acqua.
La torre, con base pentagonale irregolare che sviluppava in altezza almeno un piano oltre il livello attuale, risultava essere al centro di un sistema di guardia e segnalazione sul perimetro di ingresso da sud verso il Montefeltro, terra anticamente contesa dai Malatesta di Rimini e dai Duca di Urbino. In quel periodo in cui erano numerosi i conflitti locali e le lotte intestine, la torre di Cisterna faceva probabilmente parte di un sistema difensivo e di guardia potendo comunicare a vista con la torre del castello di Macerata di Montefeltro (l’attuale Macerata Feltria) o quella di Certalto o con il colle della Faggiola su cui si pensa esistesse una torre e del cui nome ne fece uso un personaggio illustre quale Uguccione della Faggiola (nascita contesa tra i comuni di Monte Cerignone, limitrofo al nostro, e Casteldelci).

L’insediamento si sviluppa successivamente con una “Casa Torre” (sec. XIV-XV) costruita a ridosso della torre con la quale costituiva, insieme all’annessa cinta muraria, un edificio più ampio e sicuramente più difendibile dalle scorrerie e dai saccheggi che ancora imperversavano nel territorio. Successivamente Il piccolo insediamento si sviluppa in un probabile castrum, forse di qualche signorotto locale, fino alle vicende che portarono alla sconfitta di Sigismondo Malatesta ad opera di Federico da Montefeltro, con l’acquisizione del territorio all’interno del Ducato di Urbino.

Riacquisita una certa tranquillità politica, il borgo subisce una importante ristrutturazione divenendo residenza di qualche dignitario di corte o illustre personaggio di cui ancora non si conosce l’identità, il quale avvia una radicale ristrutturazione del sito ricavandone ambienti residenziali più signorili ed ampliando i locali destinati alla conservazione e trasformazione dei prodotti della terra, oltre a quelli destinati a stalle. E’ proprio di quel periodo un atto notarile (1520) nel quale si parla di “Villa Cisterna”, attributo questo da intendersi riferito ad un insediamento gentilizio come lo si poteva intendere in epoca romana, con una propria importante attività agricola tale da ipotizzare che il borgo potesse essere una delle rare fattorie fortificate.

La storia successiva segue le vicende dei Della Rovere e quindi dell’acquisizione definitiva da parte dello Stato della Chiesa, fino ad esserne abbandonata dai signorotti locali, fortunatamente non sempre seguendo le vicende della maggior parte dei 150 castelli censiti nel Montefeltro, i quali furono in parte demoliti dalle popolazioni locali per trarne materiale da costruzione per nuovi insediamenti (vedi su tutti il Castello di Montecopiolo o quello di Pietracavola), ma sicuramente è ritornato lentamente e definitivamente alla sua funzione di residenza rurale, mantenendone ancora le sue primordiali caratteristiche medievali. Nel borgo abitavano molte persone tanto che all’inizio del ‘900 si contavano circa 90 abitanti. Infatti le campagne erano diffusamente abitate tanto che fin dall’avvento del Regno d’Italia, all’interno del borgo era stata ricavata anche una capiente aula scolastica che raccoglieva anche i bambini dei borghi vicini. Era quindi un luogo vissuto e frequentato anche per la presenza di acqua a cui attingevano gli abitanti della zona essendo questa spesso disseminata sì di fonti di acqua, ma spesso sulfurea.

La vita è sempre trascorsa armoniosamente e con semplicità nel borgo Cisterna, così come ricordano gli anziani del luogo, pronti sempre com’erano a festeggiare qualsiasi evento ballando nell’ampia aia dopo, per esempio, la mietitura o la trebbiatura.
Ora, dopo qualche decennio di abbandono, il borgo ha riacquistato vita grazie alla famiglia Gallerani la quale, realmente abbandonando la grande città e i lavori più comodi da essa offerti, lo ha interamente e di proprio pugno pregevolmente ristrutturato ed arredato, con attenzione e ricercatezza nella cura del dettaglio, in modo da restituire le caratteristiche e le sensazioni originali. Sembra impossibile ma, oltre ai coniugi Mario e Stefania, anche i loro quattro figli Michele, Lucia, Elena e il piccolo Matteo, si sono cimentati prima nel progetto e poi anche nella realizzazione, riportando le murature, gli interni (tutti in pietra vista) ed anche gli arredi, a quella originalità che ne ha preservato la propria bellezza ed antichità.
Insomma, la sensazione che si prova entrando nel borgo è quella di varcare la soglia del tempo ed immergersi nel passato, in un’atmosfera in cui la bellezza e l’ospitalità erano le caratteristiche più importanti.

    L’AZIENDA E I PRODOTTI

    Il BORGO di CISTERNA è sempre stato, sin dal periodo Romano e forse Etrusco, un sito votato all’agricoltura. Anche oggi, come allora, nei terreni circostanti il Borgo di Cisterna, si coltivano alberi da frutta, erbe aromatiche e, olivi e colture orticole. I prodotti delle nostre coltivazioni fanno parte integrante della nostra cucina la quale fa perno sulla tradizione familiare e sulla ricerca delle ricette originali del territorio. Tra i tanti alberi da frutta citiamo principalmente le visciole, i fichi e le meline rosa. Sono presenti anche prugni ,mandorli e cachi.

    Tra le produzioni particolari evidenziamo quella del Cappero di Borgo Cisterna, essenza iscritta al Repertorio Regionale, n° 70 della Sezione Vegetale-Specie Erbacee, in base alla L.R. 12/2003, iscrizione del 03.05.2013.  Dallo scorso Ottobre 2014 il Cappero di Borgo Cisterna è annoverato tra le diverse specie all’interno dell‘Arca del Gusto di Slow Food.  La nostra Azienda Agricola è orgogliosa di poter contribuire alla salvaguardia del patrimonio biologico e delle biodiversità regionali, tra l’altro come unica produttrice in regione di tale essenza e con la gradita qualifica di Agricoltore Custode convenzionato con l’ASSAM, Agenzia Servizi Settore Agroalimentare delle Marche .

    Le erbe aromatiche e selvatiche, usate in gran quantità anche in cucina, costituiscono gli elementi con cui si prepara la Salamoia del Borgo utilissima per insaporire la carne ai ferri e gli arrosti.

    Dai frutti raccolti nei nostri campi e frutteti otteniamo particolari marmellate, tutte fatte in casa artigianalmente, tra le quali citiamo quella di fichi locali, quella di Mele Rosa e la delicatissima marmellata di delle nostre Zucche.

    Le verdure ed i frutti costituiscono anche l’ingrediente essenziale per la preparazione dei nostri sottoli e sottaceti, tra i quali citiamo i nostri Cachi sott’Olio.

    Le nostre visciole compongono l’ingrediente principale per la produzione del nostro Visciolino, un particolare vino aromatizzato, dal sapore pieno e ben definito, non troppo dolce ma al contrario, leggermente amaro, proprio come il reale sapore della visciola. E’ quindi ottimo per fine pasto ma anche per accompagnare dolci e soprattutto formaggi.

    Come già anticipato, la più particolare coltivazione aziendale è costituita dai capperi autoctoni, Cappero Rupestre di Borgo Cisternache crescono ormai da numerosi decenni sulle mura di cinta del borgo, adornandolo col loro particolare fiore bianco e viola: preparati sotto sale costituiscono un elemento caratterizzante della nostra cucina tradizionale.

    Tra le trasformazioni citiamo la produzione di Pecorino di Fossa il quale viene fatto fermentare in apposite fosse risalenti probabilmente all’epoca romana ed utilizzate allora per la conservazione delle sementi quando ancora tale era la pratica di quei tempi.

    Obblighi informativi per le erogazioni pubbliche: gli aiuti di Stato e gli aiuti de minimis ricevuti dalla nostra impresa sono contenuti nel Registro nazionale degli aiuti di Stato di cui all’art. 52 della L. 234/2012” e consultabili al seguente link, inserendo come chiave di ricerca nel campo CODICE FISCALE FRCSFN66M70F704B, https://www.rna.gov.it/RegistroNazionaleTrasparenza/faces/pages/TrasparenzaAiuto.jspx

    LA FAMIGLIA

    Visitando queste bellissime terre del Montefeltro, i coniugi Gallerani se ne sono subito innamorati sognando di poter qui realizzare un piccolo grande sogno. Infatti, la famiglia Gallerani, originaria di Bologna, ha abbandonato la città ed i lavori più comodi da essa offerti e ha intrapreso un lungo lavoro di ristrutturazione realizzando di proprio pugno l’intero lavoro con pregevole attenzione e ricercatezza nella cura del dettaglio, in modo da restituire al sito le caratteristiche e le sensazioni originali.

    I lavori, iniziati alla fine del 2003, hanno portato all’apertura della struttura nel dicembre del 2007, completandone le parti principali. Sembra impossibile ma, oltre ai coniugi Mario e Stefania, anche i loro quattro figli Michele, Lucia, Elena e il piccolo Matteo, si sono cimentati prima nel progetto e poi anche nella realizzazione, riportando le murature in pietra vista locale, gli interni ed anche gli arredi a quella originalità che ne ha preservato la propria bellezza ed antichità.

    Si è voluto dedicare, a tale scelta di vita ed al proprio nucleo familiare, un nuovo stemma. In esso sono racchiuse in un abbraccio, come lo è quello del muro di cinta intorno alle case del borgo, le iniziali dei coniugi Mario e Stefania; in cima si erge il simbolo della torre, edificio primordiale del borgo, e sopra di essa è presente un diadema con quattro gioielli: i propri figli Michele Lucia Elena e Matteo.